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Laterina, Laterino, Le Terine

 

(Laterina)

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    CAMPO AVANE o CAMPAVANE (Campus Avanae) nel Val d’Arno superiore. Casale da cui prese il nomignolo l’antica pieve de’SS. Ippolito e Cassiano a Campavane, attualmente di Laterina. – Vedere LATERINA.

    LATERINA, già
    LATERINO e LE TERINE nel Val d’Arno superiore. Castello con sottoposta borgata a cavaliere della vecchia strada maestra aretina, capoluogo di comunità dello stesso nome e di una chiesa plebana, che portò il vocabolo della sua località, denominata Campavane, Giurisdizione di Montevarchi, Diocesi e Compartimento di Arezzo.
    Risiede il borgo sopra un alto-piano presso la ripa destra dell’Arno, circondato da tre parti da corsi di acque; cioè, a ponente dal torrente
    Loreno, a levante dal torrente Bregna, e dal lato di ostro dal fiume Arno. Trovasi quasi sullo sbocco della così detta Valle dell’Inferno, dirimpetto al ponte del Romito, detto anche a Valle, nel grado 29° 22’ 2” longitudine e 43° 31’ latitudine, 8 miglia toscane levante-grecale di Montevarchi, 7 a levante-scirocco di Terranuova, e circa 9 miglia toscane a ponente-maestrale di Arezzo.
    Se fosse autentico un diploma attribuito all’imperatore Ottone I, che pubblicò la prima volta il Zazzera nella sua
    Nobiltà d’Italia, e che nel corrente secolo fu rimesso in campo da Giorgio Viani, il quale lo stampò nell’appendice alle sue Memorie della Famiglia Cybo, e delle Monete di Massa e di Lunigiana, si direbbe che, tanto del castello e distretto di Laterina, quanto dell’altro di Montevarchi fosse stato feudatario un fedele di quell’Imperatore per nome Guidone Cybo genovese, nominato nell’asserito privilegio dell’Imperatore Ottone il Grande, dato in Viterbo li 9 dicembre 962, l’anno 26 del suo impero. Ma oltre che un simile documento non consuona per nessun rapporto con la storia, ha
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    poi quello scritto troppi manifesti contrassegni di falsità, per dichiararlo apocrifo, sia rapporto all’anno dell’impero di Ottone, sia perchè nel Dicembre del 962 egli si trovava a Pavia e non a Viterbo, come ancora per molte espressioni inverosimili e inusitate che ivi si leggono.
    I primi signori di Laterina conosciuti nell’istoria furono gli Ubertini di Arezzo. – Già all’articolo GASTRA fu accennato un istrumento dell’agosto 1014, col quale due nobili di quella consorteria, Uberto figlio di Guido e Ranieri nato da altro Ranieri, stando nel loro castello di
    Soffena donarono ai monaci di S. Trinita in Alpi l’oratorio di S. Bartolommeo a Gastra con un podere posto in Laterina.
    Nelle guerre battagliate fra i Guelfi di Firenze ed i Ghibellini di Arezzo, questi ultimi, guidati dal loro vescovo Guglielmino, della stessa prosapia degli Ubertini, e da Guido Novello potestà di Arezzo, nel maggio del 1288 eransi accampati nella posizione vantaggiosa di Laterina, posizione che fu riguardata come la chiave all’ingresso del Val d’Arno di Arezzo; e di costà la stessa oste aretina trascorrendo in sul contado fiorentino pose a ruba tutto il paese intorno a Montevarchi e a Figline, penetrando fino a S. Donato in Collina.
    Per la qual cosa la Signoria di Firenze volendo rintuzzare cotanto ardire, bandì la guerra contro il comune di Arezzo e tutti i suoi aderenti; sicchè messa insieme un’armata numerosa di tutta la Lega guelfa di Toscana, mosse questa verso il contado aretino, e in su le prime giunte prese ed abbattè alla sinistra dell’Arno il castello vecchio di
    Levane, chiamato castel Leona, quindi alla destra del fiume, fra Ganghereto e Laterina, i castelli delle Conie e di Castiglion degli Ubertini. Trovò l’oste maggiore ostacolo da superare a Laterina, alla cui guardia stava un valente capitano, Lupo
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    di Farinata degli Uberti di Arezzo, quello stesso che poco tempo dopo ebbe il comando delle compagnie ghibelline contro la città di Chiusi, da dove però fu cacciato dai Guelfi dopo la giornata di Campaldino. Vedere CHIUSI.
    Ma il castel di Laterina, ad onta della sua favorevole situazione, per quanto fosse di gente e di ogni cosa guarnito da poter reggere un assedio per tre mesi, non fece resistenza più che otto giorni; e Lupo degli Uberti, al quale fu la guardia di Laterina dagli Aretini affidata, senza rossore di sè e della sua città resesi per vinto, scusandosi con chi lo rimproverava:
    non esser costume dei lupi a lasciarsi rinchiudere. (GIO. VILLANI, Cronica Lib. VII. c. 120).
    Caduto Laterina in poter dei Fiorentini, venne da essi guarnito di presidio e di munizioni; e dopo un anno (li 15 settembre 1288) i campi di Laterina furono per rinnovare la memoria di
    Alba Longa a tempo degli Orazi e dei Curiazi. Avvegnachè sentendo gli Aretini la cavalcata che faceva verso Laterina l’oste dei Fiorentini; animosi i primi spedirono ai secondi il guanto della disfida, designando per campo di onore il piano di Laterina. Infatti gli Aretini insieme con le compagnie de’Romagnoli, Marchigiani, e dei fuorusciti ghibellini di Toscana, in numero di 700 cavalieri e di 8000 pedoni armati, vennero schierati alla ripa sinistra dell’Arno, che si chiamava Cà della Riccia. Visto cotesto apparato i Fiorentini s’armarono ed uscirono dal castello per schierarsi in sulla ripa destra dello stesso fiume sfidando l’oste aretina alla richiesta battaglia; ma questi anzi che dare risposta con le opre piuttosto che in parole, dopo inutili manovre senza muovere spada dal fodero voltando le spalle, tornarono in Arezzo. – (GIO. VILLANI, Cronica 1. cit. cap. 124).
    Cotesto fatto precedè di poche settimane
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    la giornata di Campaldino, che fu la gloria delle armi guelfe. Per la quale vittoria si ripristinò la preponderanza nella bilancia politica della Toscana a favore della Repubblica fiorentina. D’allora in poi non solo restò un presidio in Laterina, ma nel 1298 vi fu edificata una rocca, la quale nel 1304 dagli Aretini e dalle masnade degli Ubertini e dei Pazzi di Valdarno venne assediata e pochi giorni stette ad arrendersi; perocchè essa era rimasta mal fornita di viveri e di armati. (GIO. VILLANI, Cronac. Lib. VIII cap. 73.)
    Da quel fatto in poi il Castello di Laterina tornò in potere degli Ubertini, che lo custodirono per conto del Comune di Arezzo. Sennonchè nel 1326 il potente Guido di Pietramala, signore quasi assoluto di quella città, potè accorgersi che Buoso degli Ubertini, allora proposto della cattedrale di Arezzo, assistito dai parenti si maneggiava nella corte del Papa per fare sbalzare dalla cattedra di S. Donato il ghibellino Tarlati, nel tempo che tutta la consorteria degli Ubertini cercava di conciliarsi l’amicizia dei Fiorentini col rimettere questi al possesso di Laterina. Allora il vescovo Guido corse con le sue milizie all’assedio del prenominato castello, e conquistato che l’ebbe, lo fece disfare in guisa che, al dire di G. Villani, non vi rimase pietra sopra pietra. (
    Oper. cit. Lib. IX cap. 343).
    Ma appena che Buoso degli Ubertini fu eletto dal clero in vescovo di Arezzo, egli tanto per conto proprio che a nome della sua prosapia, nel 1336, richiese l’amicizia dalla Repubblica fiorentina offrendole il possesso delle terre e castella degli Ubertini da poterle ritenere fino a guerra finita contro il Comune di Arezzo. Fra i luoghi consegnati fuvvi anche il castello di Laterina, dove, attesa l’importanza del sito e specialmente perchè dominava la strada maestra sulla destra ripa dell’Arno,
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    la Signoria di Firenze ordinò che la rocca fosse ivi nuovamente riedificata.
    Ciò non ostante mancò poco, nel 1347, che i terrazzani medesimi, per segreti maneggi dei Tarlati fuorusciti di Arezzo, non togliessero ai Fiorentini il castello da essi rifatto; ma scoperta la congiura, vi si riparò col far mozzare il capo ai ribelli.
    Finalmente il paese di Laterina, dopo la compra fatta per la seconda volta di Arezzo e del suo contado, mediante un contratto rogato nel castello medesimo sotto lì 5 novembre del 1384, venne stabilmente incorporato al distretto fiorentino. (AMMIRAT.
    Istor. fior.).
    In quanto all’istoria ecclesiastica della chiesa de’SS. Ippolito e Cassiano di Laterina è da sapere, che questa nei secoli intorno al mille portava, come già dissi, il nomignolo della località dove tuttora esiste la pieve vecchia, cioè di S. Cassiano a
    Campavane. Essa talvolta si disse dell’Isola stante l’essere situata in un’umile collina dirimpetto al Ponte a Valle, circoscritta a levante dal torrente Bregna, a ponente da quello del Loreno e dal borro Campavane, mentre il fiume Arno le scorre dal lato di ostro.
    L’antica pieve di S. Cassiano a
    Campavane è piuttosto vasta, ed aveva in origine tre navate, sebbene al presente sia ridotta ad una sola. Nella parte esteriore esiste un’iscrizione de’secoli bassi con lo stemma del1a famiglia Bardi. Sulla piccola piazza all’ingresso della chiesa si vede un residuo d’impiantito a pietre bianche e turchine a guisa di mosaico, e nei contorni molte vestigie di fabbriche che danno a conoscere esservi stato un villaggio. Al presente altro non resta in piedi, oltre la suddetta chiesa, fuorchè la torre o campanile con due o tre case coloniche poco discoste di là.
    Di quest’antica pieve fu fatta menzione in una carta del 1051, li 2 marzo,
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    con la quale un certo Gotizo figlio che fu di altro Gotizo vendè alla badia di S. Flora di Arezzo, situata prope Episcopio Sancti Donati, la sua porzione del poggio e castello di Montoto con la parte del giuspadronato che gli apparteneva della chiesa di S. Gio. Battista edificata nello stesso castello, piviere di S. Cassiano a Campavane, con alcuni beni posti nella villa di Piano di Scò dirimpetto a Laterina.
    Fu eziandio all’
    Articolo IMPIANO fatta menzione di un’istrumento del febbrajo 1074 appartenuto alla badia di S. Trinita in Alpi, col quale, come ho detto poco sopra, fu donata casa e podere in Laterina al medesimo monastero.
    Sulla fine del secolo XII il pievano di Laterina sembra che continuasse a risedere nella chiesa matrice, tostochè la sua chiesa plebana designavasi sempre col titolo di
    S. Cassiano a Campavane.
    Tale ancora venne indicata in un istrumento del mese di dicembre rogato nello spedale di
    Monsoglio, col quale fu fatta donazione alla badia di S. Trinita di Fonte benedetta, ossia in Alpi, di un podere posto nel distretto di Rondine, piviere di S. Cassiano a Campavane. (ARCH. DIPL. FIOR. Carte della badia di Ripoli.)
    Due anni dopo il pievano di Laterina ottenne un privilegio dal Pontefice Clemente III, che gli confermava la giurisdizione sulle chiese suffraganee della sua battesimale, dalla quale allora dipendevano le seguenti cappelle, cioè: 1.
    Ospedale detto dell’Isoletta (forse quello di Monsoglio); 2. S. Maria di Costa; 3. S. Biagio di Campavane; 4. S. Lorenzo della Penna (esistente); 5. S. Maria a Poggiacuto (perduta); 6. S. Bartolommeo a Caselli (forse l’attuale parrocchia di Vitereta
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    ); 7. S. Michele a Caprenne (distrutta); 8. S. Giorgio al Piano di Castiglion Ubertini (riunita alla parrocchia seguente, della quale porta il titolo); 9. S. Stefano al Monte (annessa alla precedente); 10. S. Maria di Sergina o Sercina (diruta); 11. SS. Iacopo e Cristoforo d’Impiano (esistente); 12. Ospedale di S. Cataldo al Ponte di Valle (diruto); 13. S. Pietro di Soppioro, ossia di Casanuova (esistente); 14. S. Giovanni Battista a Montoto (esistente); 15. SS. Flora e Lucilla alle Conie (distrutta); 16. S. Maria a Valle (attualmente cappellania annessa alla prepositura di Laterina); 17. S. Pietro a Rondine (esistente).
    Attualmente sono rimaste suffraganee della pieve di Laterina, in concorrenza con la pieve già sua filiale di S. Stefano in Pian di Castiglione Ubertini, quattro parrocchie; cioè,
    Vitereta, Penna, Impiano ed il suo annesso di Montarfone.
    Fra i pievani non residenti a Laterina accennerò un mess. Giov. Battista figlio del celebre Poggio Bracciolini canonico fiorentino, sotto il di cui governo intorno al 1469, fu tentato di ammensare i beni della suddetta pieve alla cappella di S. Iacopo eretta dagli Alberti nella chiesa di S. Miniato al Monte del Re presso Firenze.

    Movimento della popolazione della PARROCCHIA di LATERINA a tre epoche diverse, divisa per famiglie.

    ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici -; numero delle famiglie 138; totalità della popolazione 660.
    ANNO 1745: Impuberi maschi 107; femmine 90; adulti maschi 170, femmine 181; coniugati dei due sessi 206; ecclesiastici 11; numero delle famiglie 146; totalità della popolazione 765.
    ANNO 1833: Impuberi maschi 203; femmine 175; adulti maschi 230, femmine 202; coniugati dei due sessi
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    418; ecclesiastici 7; numero delle famiglie 195; totalità della popolazione 1235.

    Comunità di Laterina. – Il territorio di questa comunità occupa una superficie di 7003 quadrati, dei quali circa 320 sono presi da corsi di acque e da strade.
    Nell’anno 1833 vi si trovavano 1923 individui, equivalenti a 231 abitanti per ogni miglia toscane quadrato di suolo imponibile.
    Confina con sei comunità. – Dal lato di settentrione ha di fronte il terrilorio della comunità di Arezzo, a partire dalla ripa destra dell’Arno fino alla strada che porta il nome di
    vecchia Aretina, al di là della quale subentra dal lato di settentrione il territorio dei Due comuni distrettuali di Laterina, ossia di Castiglion Fibocchi. Di conserva con esso, dopo attraversato il torrente Bregna, si dirige verso ponente nel torrente Loreno, dove trova la Comunità di Terranuova. Con quest’ultima percorre nella stessa direzione le piagge di Vitereta sino al torrente Agna, passato il quale voltando faccia da settentrione a ponente tocca la Comunità di Castiglion Ubertini, e con essa dirigesi nell’Arno. Costà rimontando il corso del fiume cammina di conserva con il territorio dei Cinque comuni di Val d’Ambra sino a che al ponte al Romito trapassa sulla ripa sinistra dell’Arno per correre contr’acqua nel fosso di Poggi. Quindi mediante una strada rotabile, e poscia per una pedonale si dirige verso ostro sulla via R. postale aretina, che percorre dal pian di Pergine sino al fosso del Gauscione. Costà sottentra la Comunità di Civitella rimontando insieme per breve tratto il fosso predetto, e di là penetrando in quello di Lodola, piega con esso da ostro a scirocco e quindi a levante finchè ritorna in Arno col borro di Rimaggio.
    Fra i corsi d’acqua
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    che attravenano il territorio comunitativo di Laterina, il maggiore di tutti è l’Arno che gli resta a ostro, quindi il torrente Agna, che gli scorre a ponente, mentre il Loreno ed il Bregna gli passano in mezzo, dirigendosi, il priamo da settentrione a ostro, e l’altro da grecale a libeccio.
    Due strade maestre traversano questa comunità: la
    Vecchia aretina che parte da Arezzo, e varcando l’Arno sul ponte a Buriano, passa sotto il castello di Laterina per andare a unirsi a quella detta Urbinese. L’altra è la via regia postale che lambe il confine australe della stessa comunità.
    La qualità e struttura del suo terreno spetta in generale a due formazioni disparate, cioè al terreno secondario inferiore e a quello quadernario, nel quale talvolta si trovano dispersi i carcami fossili di grandi mammiferi appartenuti a razze perdute.
    L’ossatura visibile dei poggi che stanno alle spalle di Laterina, come di quelli situati nel lato opposto di Val d’Ambra alla sinistra dell’Arno, consiste nella massima parte in macigno stratificato. Il quale macigno, se a luoghi emerge da un tufo giallastro che lo ricuopre, altrove resta tuttora nascosto da un terreno di trasporto, sotto un sabbione che costituisce il suolo coltivabile di quelle piagge. – Il terreno terziario marino che precedè quest’ultimo, e che deve aver ricoperto le rocce di grès antico e di calcareo compatto se non fu, come è supponibile, trascinato via dalle acque correnti, esso peraltro non comparisce come dovrebbe fra le due formazioni sopra enunciate.
    Di mezzo al terreno superiore sgorgano di basso in alto presso la ripa sinistra dell’Arno varie polle di acque minerali solforose ed acidule fredde, come sono quelle vicino al
    ponte al Romito, ed alla nave dell’Inferno. Tali acque furono analizzate, descritte e pubblicate nel
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    1827 dal chimico aretino Dott. Antonio Fabroni nella Storia ed analisi dell’acqua acidula-minerale di Montione e di varie altre di quelle vicinanze.
    Il clima di Laterina e del suo territorio è salubre e temperato; le produzioni del suolo varie e tutte squisite, fra le quali primeggiano i vini, i cereali, l’olio, i filugelli ec.
    La comunità di Laterina fu costituita dei cinque popoli che tuttora conserva, quando ricevè la sua organizzazione economica col regolamento parziale dei 23 maggio 1774. – Essa mantiene un medico; un chirurgo e un maestro di scuola. – La potesteria di Laterina nel declinare del secolo passato fu riunita a quella di Montevarchi, dove trovasi la sua cancelleria comunitativa e l’ufizio di esazione del Registro. L’ingegnere di Circondario stà in San Giovanni, la conservazione delle Ipoteche, e la Ruota in Arezzo.

    POPOLAZIONE della Comunità di LATERINA a tre epoche diverse.

    - nome del luogo: Casanova già a Soppioro, titolo della chiesa: S. Pietro (Rettoria), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti anno 1551 n° 147, abitanti anno 1745 n° 116, abitanti anno 1833 n° 130
    - nome del luogo: Impiano, titolo della chiesa: S. Iacopo e Cristofano (Rettoria), diocesi cui appartiene: Arezzo,
    abitanti anno 1551 n° 196, abitanti anno 1745 n° 217, abitanti anno 1833 n° 275
    - nome del luogo: LATERINA, titolo della chiesa: SS. Ippolito e Cassiano già in
    Campavane (Pieve), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti anno 1551 n° 660, abitanti anno 1745 n° 765, abitanti anno 1833 n° 1235
    - nome del luogo: Penna, titolo della chiesa: S. Lorenzo (Rettoria), diocesi cui appartiene: Arezzo,
    abitanti anno 1551 n° 61, abitanti anno 1745 n° 95, abitanti anno 1833 n° 127
    - nome
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    del luogo: Vitereta, titolo della chiesa: S. Bartolommeo (Rettoria), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti anno 1551 n° 99, abitanti anno 1745 n° 91, abitanti anno 1833 n° 156
    - Totale
    abitanti anno 1551 n° 1153
    - Totale
    abitanti anno 1745 n° 1284
    - Totale
    abitanti anno 1833 n° 1923

    LATERINA nel Val d’Arno superiore. – Si aggiunga in fine; Anche l’ingegnere di Circondario è in Montevarschi. – Nel 1833 la Comunità di Laterina contava 1923 Abitanti e nel 1845 ne aveva 1950, cioè:

    Casanova,
    Abitanti N.° 120
    Impiano, (
    porzione), Abitanti N.° 203
    LATERINA (
    la porzione maggiore), Abitanti N.° 1299
    Penna (Castel di),
    Abitanti N.° 151
    Vitareta,
    Abitanti N.° 152

    Annessi

    Pergine; dalla Comunità di Pergine, Abitanti N.° 25
    TOTALE
    Abitanti N.° 1950

    LATERINA nel Val d’Arno superiore – Si aggiunga – Nel 1845 la parrocchia dei SS. Ippolito e Casciano a Laterina, oltre i 1299 popolani che aveva nella Comunità principale omonima, ne mandava due frazioni nelle Comunità limitrofe, cioè 24 in quella di Pergine, o dei 5 Comuni Distrettuali di Val d'Ambra, e 14 altri individui nella Comunità di Castiglion Fibocchi ossia dei 2 Comuni Distrettuali di Laterina – Totale abitanti 1337.
Localizzazione
ID: 804
N. scheda: 27390
Volume: 2; 6S; 6A
Pagina: 657 - 661; 122; 77
Riferimenti: 9870
Toponimo IGM: Laterina
Comune: LATERINA
Provincia: AR
Quadrante IGM: 114-1
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1719151, 4820864
WGS 1984: 11.71197, 43.51012
UTM (32N): 719215, 4821038
Denominazione: Laterina, Laterino, Le Terine
Popolo: SS. Ippolito e Cassiano di Campavane a Laterina
Piviere: SS. Ippolito e Cassiano di Campavane a Laterina
Comunità: Laterina
Giurisdizione: Montevarchi
Diocesi: Arezzo
Compartimento: Arezzo
Stato: Granducato di Toscana
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