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Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

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Camporgiano, Camporeggiano

 

(Camporgiano)

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    CAMPORGIANO già CAMPOREGGIANO in Garfagnana (Campus Regianus). Castello sulla ripa destra del Serchio con chiesa prioria (S. Jacopo), capoluogo di Comunità, residenza di un Giusdicente, nel Governo di Castelnuovo, Diocesi di Massa Ducale, già di Sarzana, Ducato di Modena.
    Risiede in un ripiano a mezza costa presso alla confluenza del fosso
    Vitojo alla destra del Serchio, sopra una rupe di macigno brecciato, che si modifica in una roccia serpentinosa, rupe che scende quasi a picco nell’alveo del Serchio, sul cui lembo si trova il pretorio, già castello difeso da 4 torri unite da altrettante cortine. Trovasi nel grado 27° 59’ 4” di longitudine 44° 9’ 5” di latitudine, 6 miglia toscane a maestro di Castelnuovo di Garfagnana; 11 miglia toscane idem da Barga; 30 a settentrione di Lucca; 15 miglia toscane a grecale di Massa Ducale, varcando l’Alpe Apuana per la via della Tambura.
    La rocca di Camporgiano, architettata nel secolo XIV, fu destinata sino d’allora a residenza dei giusdicenti della Vicarìa di questo nome, la quale abbracciava l’alta Garfagnana, consistente in 43 ville, situate presso che tutte nell’antico plebanato di
    Piazza, compreso nella Diocesi di Luni.
    Era quasi tutta la Vicarìa di Camporgiano patrimonio di conti rurali stati feudatarj della ch. di Luni, dei marchesi Malaspina, dei vescovi di Lucca e della contessa Matilda, innanzi che tutti questi
    baroncini, valvassori, o cattani prendessero partito, ora per Alessandro III e Gregorio IX pontefici, ora per i due primi Federighi imperatori a quei papi molesti, militando gli uni sotto la bandiera Guelfa, gli altri difendendo il Ghibellinismo.
    Tornò la Repubblica di Lucca ad avere di questa contrada e di Camporgiano pieno e pacifico possesso durante il vigoroso regime di Castruccio; alla cui morte anche la Garfagnana e singolarmente il paese di
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    che ora si tratta, fu soggetto a nuove convulsioni politiche.
    Dominava allora in quasi tutte le ville della Vicarìa di Camporgiano il marchese Spinetta di Fivizzano, da cui le comprarono, nel 1341, i Fiorentini, insieme con 24 altri casali della Vicarìa di Castiglione, per il prezzo di 12000 fiorini.
    Ritornò il paese, e ubbidì tranquillamente ai Reggitori della Repubblica lucchese dal 1377 sino al 1429. – A quest’ultima epoca i Fiorentini essendosi recati all’assedio di Lucca inviarono una mano di gente anche nella Vicarìa di Camporgiano, i di cui abitanti appena che furono liberi dalla soggezione dei Fiorentini, nel 1446, si diedero volontariamente ai marchesi di Ferrara, sotto i quali, ad onta di passeggiere invasioni, si mantennero essi costantemente ligi e fedeli.
    Comunità e Giurisdizione di Camporgiano. – Sebbene la Comunità di Camporgiano abbia una piccola superficie territoriale, composta di 9 sezioni, con una popolazione di 1838 abitanti, la sua giurisdizione però si estende anche alle Comunità di Careggine, Vagli sotto, S. Romano, Sillano, Giuncugnano e Piazza, più la sezione di Colle spettante nell’amministrativo alla Comunità di Castelnuovo, e meno le sezioni di Sambuca Villetta, e di Silicagnana della Comunità di S. Romano, che fanno parte della giurisdizione di Castelnuovo. Per modo che dipendono dalla Giudicatura di Camporgiano 10905 abitanti con una superficie territoriale approssimativamente valutata a 110 miglia quadrate, equivalenti a circa 100 abitanti per ogni miglio quadrato.
    Il distretto comunitativo di Camporgiano ha per confine: a ostro-scirocco la Comunità di Castelnuovo; a libeccio quella di Vagli di sotto; a ponente la Comunità Lucchese di Minacciano; a settentrione la Comunità di Piazza mediante il Serchio di Minacciano; a greco-levante la Comunità di S. Romano mediante il Serchio di Soraggio.
    La giurisdizione civile di Camporgiano
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    giunge dal lato di settentrione sino alla vetta orientale dell’Alpe di Mommio e dell’Ospedaletto, al quale si collega a grecale l’Appennino di Sillano lungo il confine della Toscana con il Ducato di Modena. A levante confina con la Comunità di Castiglione; a scirocco con quella di Villa Collemandrina; a ostro con Castelnuovo; a libeccio con la Comunità Granducale di Serravezza mediante il giogo del Monte Altissimo, e con il Ducato di Massa mediante il crine della Tambura; a ponente e maestro con la Comunità Lucchese di Minucciano sino oltrepassata la foce del Monte Tea, per cui si varca dalla Garfagnana in Lunigiana.
    I maggiori corpi di acqua che attraversano il territorio giurisdizionale di Camporgiano sono i due rami del Serchio: uno dei quali nasce nell’Alpe Apuana sul monte
    Pisanino e appellasi fiume Serchio di Minucciano; l’altro scende dall’opposto lato nell’Appennino sopra Soraggio, di cui porta il vocabolo, sino a che entrambi si riuniscono in un solo alveo alle coniche rupi di Piazza e di Sala.
    Confluiscono nel Serchio dal lato dell’Appennino i torrenti di
    Gragnana, di Dalli, di Castiglione e altri fossi minori. Precipitano nel fiume medesimo, dalla parte dell’Alpe Apuana i torrenti di Vagli e Poggio, di Roggio o Vitojo, di Carpineta e S. Michele.
    Mancano tuttora strade rotabili nel territorio di Camporgiano e sua giurisdizione; per quanto sarebbe di grande importanza al commercio della Garfagnana superiore, non che della Lunigiana orientale, la continuazione della strada carreggiabile stata recentemente aperta nella Garfagnana inferiore, onde facilitare le comunicazioni fra tante villate ancora inaccessibili di questa montuosa e recondita porzione della Toscana. La quale contrada rinchiusa fra profondi e angusti burroni presenta tuttora quell’intralciato laberinto, dentro il quale le romane
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    legioni ebbero più d’una volta a incontrare la sorte delle forche Caudine.
    I monti più elevati che chiudono il perimetro della Valle superiore del Serchio, compresa nella giurisdizione di Camporgiano, trovansi dal lato dell’Alpe Apuana sul vertice meridionale del Pisanino, la cui più alta sommità fu riscontrata dal professor P. Inghirami a 3511,2 braccia sopra il livello del Mediterraneo (vale a dire il punto più sollevato della Toscana), cui succede, tra quelli misurati dallo stesso astronomo, la
    Penna di Sumbra, che è a 3027 braccia. – Tanto l’altezza della Tambura situata fra l’Altissimo e il Pisanino, quanto quella dell’Appennino dal lato dell’Ospedaletto, di Soraggio e di Corfino non sono state finora segnalate. – Alzasi quasi nel centro della Valle superiore del Serchio, sebbene inferiore a tutti i monti sopra nominati, il conico e quasi inaccessibile monticello della Verrucola, già detta de’Gherardinghi.
    Il clima della Vicarìa di Camporgiano, sebbene sia da dirsi rigido anzi che temperato, pure in generale si mostra meno crudo di quello che lo fa supporre la situazione ed elevatezza della Valle. Non è però così della criniera superiore dei monti che la circoscrivono; dove rare sono le abitazioni, poco fruttifero il suolo, e quasi sempre nella stagione invernale coperto di nevi.
    È una scena tutta opposta a quella che si offre al viaggiatore, allora che dalla parte del litorale monta l’Alpe Apuana per varcare nella Garfagnana. Quindi non fa maraviglia, se il naturalista Spallanzani, salendo da Massa sul fastigio della Tambura, con sorpresa ebbe a esclamare: Qual differenza di clima è mai questa! se di là ogni cosa ti ricrea, di qua tutto ti stringe il cuore.
    Troverà bensì occasione da ricrearsi il pittore seguace di Salvator Rosa, e più d’ogn’altro troverà un bel campo di studio il geologo nel percorrere l’alta Garfagnana.
    Le grottesche scogliere
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    marmoree, i seni cavernosi e stalattitici donde escono a stormi i gracchi e dove nidificano le aquile reali dell’Alpe della Tambura e del Pisanino, le alte rupi gessose sull’opposto Appennino di Sillano, le tante piramidi di macigno sollevato e convertito in diaspro e in serpentino per far siepe alle acque spumanti del Serchio fra Piazza e la Sambuca, mentre offrono superbi quadri da dipingere, servono nel tempo stesso di gradito pascolo agli indagatori della natura.
    È in questo paese dove apparisce in un modo meno equivoco il fenomeno del sollevamento dei terreni sedimentarj e la metamorfosi quasi progressiva delle rocce stratiformi modificate in altra struttura e ridotte in masse cristalline. È nell’avvallamento dei monti che dividono la Valle superiore del Serchio da quella della Magra, e l’Alpa Apuana dalla catena centrale dell’Appennino; è nell’incrociatura o nodo che chiude le due Valli; è fra il monte
    Tea propagine dell’Appennino di Mommio, e il monte Pisanino gigante della Pania; è fra que’terreni Nettuno-Plutoniani, è la dove sembra che avesse principio o piuttosto che fino a quel punto influisse il cataclismo, in forza del quale probabilmente si distaccò la giogana della Pania dal sistema Appenninico, che diede origine alla Valle del Serchio e al grande scoglio marmoreo eminentemente sollevato fra la Garfagnana Fivizzanese e il mare Toscano.
    Là dove la Valle del Serchio si disserra fra il casale di
    Metra e il villaggio di Giuncugnano, sul varco della strada che mette in comunicazione le due Valli, le rocce Appenniniche si presentano in strati quasi verticali leggermente inclinati da settentrione a ostro con direzione da levante a ponente, siccome è quella del sovrastante colosso marmoreo dell’Alpe Apuana.
    Fra le rocce predominanti in quel passaggio, vi apparisce lo schisto argilloso-siliceo alternante con un’arenaria calcarea colorita in nero di fumo e
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    quasi pellucida. La quale ultima più spesso si affaccia alla destra del fosso di Carpineta, (uno dei confluenti del Serchio Minuccianese), mentre nell’opposto lato, i poggi che diramansi dal Tea sono coperti da una calcarea-micacea con filoni e vene di spato candido consimile alla pietra forte dei contorni di Firenze. Alla medesima roccia subentra un pretto macigno di colore castagnolo che continua a incontrarsi sino al villaggio di Copoli, dove ritorna la pietra forte sovrapposta o alternante con la calcarea compatta, e con la siliceo-argillosa (galestro), sinchè uno si avvicina alla pieve di Piazza.
    Costà appunto comincia il macigno a cambiare di aspetto e a convertirsi, da primo in un grès verde cloritico, poscia in una specie di diaspro serpentinoso in frammenti romboidali, in masse e in nodi tinti di un rosso pallido, e talora di rossoverdastro.
    Spettacolosa e imponente sorpresa si presenta al viaggiatore che scende dalla parte di Lunigiana alle ville di Sala e Piazza, dove vede già copioso di acque precipitare dal Pisanino il Serchio Minuccianese, e confondersi con quello che dal lato opposto scende dall’Appennino di Sillano, aprendosi entrambi la via fra una duplice linea di ripidissime piramidi di macigno convertito in masse diallagiche serpentinose e in schisto marnoso fuso in ardesia o schisto lucente. Tali sono le piramidi che fanno ala ed ostacolo alle spumanti acque serpeggianti in un’angusta profondissima gola fra le rupi di Piazza, di Sala, di S. Donnino, di Camporgiano, della Sambuca e di Pontecosi, durante una traversa di circa sei miglia. – Che se per via si volga lo sguardo a settentrione-levante, si presentano nel fondo di quel quadro le rupi gessose di Soraggio, mentre a ostro-ponente fanno spalliera le ripide scogliere marmoree della Tambura, del Monte Altissimo e del Pisanino, le quali
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    nascondono la loro base sotto allo stesso macigno. – Vedere GARFAGNANA, SILLANO, PIAZZA, e CASTELNUOVO di Garfagnana.
    I prodotti di suolo coltivati nella giurisdizione di Camporgiano riduconsi per la maggior parte a selve di castagneti, il di cui frutto abbondevolmente supplisce al mantenimento di quelle popolazioni. Un secondo e non meno importante ramo di pubblica sussistenza consiste nei pascoli naturali di quelle Alpi, alimento di numerose mandre che ivi stanziano nella temperata stagione, mentre pastori, bovi, capre e pecore passano l’inverno e la primavera nelle Toscane maremme. – La coltivazione dei campi nelle piagge, e negli angusti piani lungo il Serchio e i suoi influenti, consiste in frumento, in granturco e in canapa, con qualche vite e rarissimi olivi nei luoghi meglio esposti. – L’esportazione delle lane grezze, del bestiame grosso e minuto, del formaggio, pellami, castagne e suo legname, come pure di qualche tela di canape, tutto ciò è quel che può supplire all’acquisto dei generi, dei quali mancano, o non hanno che troppo scarsa raccolta quelle popolazioni.
    Non vi sono manifatture, meno quelle più indispensabili agli usi domestici.
    Risiede in Camporgiano un Giusdicente con un Cancelliere. Esso giudica in civile per qualunque somma, e in criminale limitatamente a certi delitti, inviando per gli altri il processo con il suo voto al tribunale di Modena, dove nasce la sentenza.
    La Comunità mantiene un maestro di scuola elementare e un medico per i poveri. – L’Archivio, il Liceo, il Seminario e gli altri Ufizi della Provincia sono in Castelnuovo, il Tribunale di Appello in Modena.
    Camporgiano fu patria di varii uomini distinti, fra i quali il celebre giureconsulto Simone da Camporgiano, confidente di Castruccio Antelminelli, che a lui affidò varie importanti missioni. Due Bertacchi, un medico distinto e un vescovo, tre giureconsulti della famiglia Davini, oltre un medico che fu archiatro del
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    Duca di Modena nel principio del secolo XVIII; e l’avvocato Anselmo Ricotti che fu uno dei primi storiografi della Garfagnana.

    QUADRO della Popolazione della Comunità di CAMPORGIANO nella Garfagnana Estense, all'anno 1832

    - nome del luogo: CAMPORGIANO, titolo della chiesa: S. Jacopo (Prioria), Diocesi: Massa Ducale, abitanti n° 375
    - nome del luogo: Casatico e Vitojo, titolo della chiesa: S. Maria Assunta (Rettoria), Diocesi: Massa Ducale,
    abitanti n° 129 (Casatico); n° 87 (Vitojo)
    - nome del luogo: Casciana, titolo della chiesa: S. Tommaso Apostolo (Rettoria), Diocesi: Massa Ducale,
    abitanti n° 175
    - nome del luogo: Cascianella, titolo della chiesa: SS. Pellegrino e Felicita (Rettoria), Diocesi: Massa Ducale,
    abitanti n° 107
    - nome del luogo: *Poggio, titolo della chiesa: S. Maria Assunta e S. Biagio (Rettoria), Diocesi: Massa Ducale,
    abitanti n° 270
    - nome del luogo: Puglianella, titolo della chiesa: Assunzione di Maria Vergine (Rettoria), Diocesi: Massa Ducale,
    abitanti n° 137
    - nome del luogo: Rocca Alberti, titolo della chiesa: S. Stefano (Rettoria), Diocesi: Massa Ducale,
    abitanti n° 131
    - nome del luogo: * Sillicano, titolo della chiesa: S. Nicolao vescovo (Rettoria), Diocesi: Massa Ducale,
    abitanti n° 427
    - Totale abitanti n° 1838

    N.B.
    I luoghi indicati con l'asterisco * prima dell'erezione del Vescovado di Massa Ducale appartenevano alla Diocesi di Lucca; tutti gli altri erano di quella di Luni-Sarzana.
Localizzazione
ID: 825
N. scheda: 10090
Volume: 1
Pagina: 434 - 437
Riferimenti:
Toponimo IGM: Camporgiano
Comune: CAMPORGIANO
Provincia: LU
Quadrante IGM: 096-2
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1606788, 4890320
WGS 1984: 10.33634, 44.15985
UTM (32N): 606852, 4890495
Denominazione: Camporgiano, Camporeggiano
Popolo: S. Jacopo a Camporgiano
Piviere: S. Pietro a Piazza e Sala
Comunità: Camporgiano
Giurisdizione: Camporgiano
Diocesi: (Luni - Sarzana) Massa Ducale
Compartimento: x
Stato: Ducato di Modena
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