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CAMPORSEVOLI in Val di Chiana. Castello con pieve (S. Giovanni Batista) nella Comunità Giurisdizione e 5 miglia toscane a ostro di Cetona, Diocesi di città della Pieve, già di Chiusi, Compartimento di Arezzo.
Risiede in poggio sul fianco australe del monte di Cetona a mezza strada fra il suo capoluogo e S. Casciano de’Bagni presso il confine del Granducato.
Fu Camporsevoli parte del contado di Chiusi retto prima a Comune dagli Orvietani, poscia dominato dai Pontefici, sino a che Pio II assegnò come Vicariato perpetuo della S. Sede il diroccato castello di Camporsevoli ai suoi nipoti Piccolomini, dai quali fu ceduto con l’annuenza dello zio alla Repubblica di Siena per l’annuo canone di scudi 29 da pagarsi alla Camera Apostolica.
La bolla di Pio II diretta a Jacopo e Andrea Piccolomini, con la quale viene concessa loro ampia facoltà di alienare al Comune di Siena il castello e distretto di Camporsevoli, fu spedita, nel 21 maggio 1464, dai Bagni di Petriolo, dove quattr’anni innanzi lo stesso pontefice aveva emanato un altro breve. (ARCH. DIPL. SENES.) – Vedere BAGNI di PETRIOLO.
Camporsevoli fu eretto in feudo nel 1630 dal Gran Duca Ferdinando II per investirne con titolo di marchesato il senatore balì Niccolò Giugni; la quale investitura fu rinnovata dal Gran Duca Francesco II, nel 1738, a favore dell’abate Niccolò Giugni che vi tenne un vicario feudale sino alla legge sull’abolizione dei feudi Granducali. – I vassalli di Camporsevoli dovevano pagare di tributo al feudatario la quarta parte dei frutti del terreno.
La parrocchia di Camporsevoli conta 356 abitanti.

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Camporsevoli

(Camposervoli)

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