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Capannoli (e Solaja) - Badia di Capannoli

 

(Capannoli)

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    CAPANNOLI (Capannule) in Val d’Era. Villaggio già castello formato di due borgate, capoluogo di Comunità con pieve abbaziale (S. Bartolommeo) nella Giurisdizione di Pontedera, che è 7 miglia toscane a maestro, Diocesi di Sanminiato, già di Lucca, Compartimento di Pisa.
    È un bellissimo villaggio situato sul ripiano di un’umile ed amena collina decorato da nobili e cospicue abitazioni, traversato da spaziose vie, un terzo di miglio dalla ripa sinistra dell’Era, davanti alla strada Regia che da Volterra guida per Ponsacco a Pontedera e a Pisa, nel grado 28° 20
    5′′ di longitudine, 43° 35 2′′ di latitudine, 14 miglia toscane a libeccio di Sanminiato, 18 a settentione-maestro di Volterra, 20 a scirocco-levante di Pisa.
    L’origine di Capannoli sembra che rimonti ai secoli longobardici, poiché sino d’allora esisteva altra consimile borgata (Capannori) nelle vicinanze di Lucca; e a quello di Val d’Era riferiscono due istrumenti dell’archivio arcivescovile di Lucca sotto gli anni 843 e 1051. È quest’ultimo una promessa fatta da Giovanni vescovo lucchese ai fratelli Ugo e Teudicio figli del b.m. del conte Teudici (della Gherardesca) di non fare alcuna composizione senza loro consenso con il Conte Guido, figlio del fu conte Teudici, zio dei sunnominati.
    Actum infra castello illo qui dicitur Rustica prope Castello veclo de Capannule. Che in questo caso si tratti del Capannoli di Val d’Era, e non già del Capannori nel piano orientale di Lucca, lo dà a vedere il luogo dove fu rogato quell’atto, infra castello Rustica, poiché questa bicocca esisteva fra Casanuova e Capannoli (Vedere RUSTICA).
    In aggiunta a ciò servono di conferma i documenti che seguono. Il 1° di essi è una cessione di giuspadronato della chiesa di S. Stefano a Sojana fatta nel 1059 a favore della mensa vescovile,
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    actum loco et finibus Capannule prope ipso castello. Il 2° riferisce a quel conte Guido del fu conte Guido (della Gherardesca), contro il quale Rogerio vescovo di Lucca reclamò e ottenne dalla contessa Matilda, (li 14 giugno 1099) l’investitura della terza parte del castello di Capannoli posto infra Comitatum Lucense, prope Camullianum, castello che il conte Guido di lui padre aveva dato in pegno al vescovato di Lucca. (FIORENTINI, Memor. di Matilda). Serve a conforto della stessa sentenza un atto del 1102, allorché i conti Ugo e Ranieri consanguinei di detto conte Guido, stando in Capannoli, fecero solenne promessa a certe condizioni, di non contrastare al vescovo lucchese la terza parte del castello e corte di Capannole. La qual corte fu confermata a qui prelati con amplissimi privilegi dagli imperatori Arrigo VI nel 1194, da Ottone IV nel 1209, e da Carlo IV nel 1355. (MEMOR. LUCCH. T. III e IV)
    Altri magnati di origine longobarda dominavano intorno al mille nei contorni di Capannoli. Uno dei quali fu il marchese Alberto figlio del marchese Opizzo che, nel 1061, mentre abitava in Casalmaggiore di Lombardia, segnò un atto di donazione a favore della Badia di Poggibonsi, cui lasciò vari possessioni e giuspadronati ereditati dal padre nei contadi di Lucca, di Pisa e di Volterra. Nel numero delle quali possessioni si notano i fondi che quel marchese aveva a
    Capannoli, a Forcoli, a Peccioli, a Cesana, ec. (MURAT. Ant. M. Aevi)
    Di un Ugolino che donò nel 1110 alla badia di Fucecchio alcune terre poste in Capannoli delle colline pisane, fa menzione una carta dell’archivio arcivescovile di Lucca, dove si conservano altre membrane del 1119, 1175, e 1198 relative allo stesso castello. La prima di esse
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    tratta di una permuta di beni tra il vescovo di Lucca e Ugo abate della badia di Serena, che cedé al primo molti beni dal suo monastero posseduti infra castellum Colle Carelli, et in loco Laviano, et infra castellum de Furcule, Capannoli, et infra curtem de San Petro, de Morrona, etc. – La seconda membrana ci richiama alla pace stabilita nel 1175 per la mediazione dell’imperatore Federico I fra i Pisani e i Lucchesi; in virtù della quale i Lucchesi ritornarono al possesso delle pievi di Miliano, Tripallo, Triana, Sovigliana, di Padule, di Aqui e di Piano (Appiano) coi castelli di Ceule, Santo Pietro, il Castellare di Capannoli Monte Culacio, la curia di Sojana, i castelli di Alica, di Monte Castello, infine di tutti i luoghi di Val d’Era stati occupati dai Pisani durante la guerra.– La terza è un lodo degli arbitri eletti da Guido vescovo di Lucca da un lato, e da Ugo conte di Capannoli dall’altro sulla lite vertente fra le dette parti relativamente alla giurisdizione e dominio del sunnominato castello. Su di che venne deciso, essere il diritto di possesso a metà per ciascuna delle due parti litiganti.
    Coll’andare dei tempi essendo variate le bisogne, anco questo villaggio videsi cambiare più volte di padroni; poiché nei secoli XIII e XIV la potente famiglia pisana de’Gambacorti teneva signoria in Capannoli, già caduto sotto il libero dominio della Repubblica pisana; alla quale lo tolse per breve tempo (nel 1348) l’oste fiorentina, e quindi più fermamente nel 30 ottobre 1406, in forza della capitolazione della città di Pisa e suo contado. Fra i capitoli della sua resa fu stabilito che a Giovanni Gambacorti, invece di Forcoli, Treggiaja, Montecchio,
    Capannoli, ed altri luoghi di Val d’Era che possedeva, si desse la
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    Terra e distretto di Bagno in Romagna. (AMMIR. Stor. fior. lib. XVII).
    Si è veduto qui sopra che, all’anno 1051, Capannoli era già chiamato
    Castelvecchio, mentre nel 1275 venne designato con l’epiteto di Castellare, quasi per indicare, che la sua rocca o torre era a quel tempo rovinata. Ma avvegnachè alcuni statuti speciali di Capannoli, redatti nel 1420, trattano della conservazione delle mura di quel castello, vi è ragione di credere che esso non fu mai diroccato, o che nel 1420 era già stato riedificato.
    Comecchè sia il punto più elevato di Capannoli, dove signoreggia la grandiosa villa dei marchesi Pucci, ora de’Baciocchi, porta tuttora la particolare denominazione di
    Castello, forse perché ivi fu la rocca, cangiata in abitazione dai Gambacorti. Gli avanzi delle antiche mura, sulle quali è costruita la villa e i suoi sotterranei, stanno a conferma di ciò, tanto più che come Castello si trova questa fabbrica designata in un contratto del 16 aprile 1366.
    Non meno di altre sei nobili ville figurano nei contorni di Capannoli. Quella detta la
    Torre fu dell’antica famiglia Upezzinghi, poi Lanfreducci. Essa risiede più in basso presso la strada maestra, dove figura la bella villa dei nobili pisani Bergighelli stata onorata, nell’aprile del 1773, dalla visita di Leopoldo I, rammentata al passeggere da un’iscrizione esistente sopra la porta maggiore.
    Contiguo alla villa più alta de’Pucci vi è altro resedio dei signori Borghini di Pisa alienato dalla famiglia Pucci, con l’annesso oratorio di S. Andrea.
    Era questo in origine la parrocchia di Capannoli, suffraganea della distrutta pieve di
    Padule, situata sulla ripa destra dell’Era di rimpetto a Capannoli in luogo detto ora la Pievaccia.
    Il popolo di Capannoli dopo che da una escrescenza dell’Era fu abbattuta la pieve di Padule, fece istanza
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    ed ottenne dal vescovo di Lucca, con decreto del 12 agosto 1385, di fabbricare una chiesa sotto l’invocazione di S. Bartolommeo, e di trasferirvi i diritti della distrutta pieve matrice, con aggregare alla nuova la parrocchia de’SS. Andrea e Lucia di Capannoli, a condizione di pagare al vescovo di Lucca l’annuo tributo di once sei di zafferano. (ARCH. ARCIV. LUCCH.)
    La nuova chiesa, compita nel 1398, conservò il titolo di pieve sino al 1631, anno in cui il suo pievano (Lorenzo Borghini di Pisa) non senza generoso dispendio, impetrò da Urbano VIII per sé e i suoi successori il titolo di abate.
    Finalmente nel 1779 fu aggiunta all’abazia di Capannoli anche la prioria di Collegalli (luogo intermedio fra Sanminiato e Palaja) il rettore della quale fu per tal effetto dichiarato vicario.
    – Vedere COLLEGALLI.
    Comunità di Capannoli. – L’estensione territoriale di questa Comunità occupa una superficie di 6541 quadrati dai quali sono da detrarre 374 per corsi d’acqua e strade. Comprende in tutto una popolazione di 2380 abitanti a ragione di 310 abitanti per ogni miglio quadrato di suolo imponibile.
    Confina con cinque Comunità. Ha dal lato di ostro-scirocco e poscia in parte a ponente la Comunità di Terricciola, a partire dalla sinistra del fiume Era, là dove confluisce il borro
    Rosciano, il quale rimonta nella direzione da grecale-levante a libeccio sino a che entra in quello di Boccanera, che poscia oltrepassa presso la strada maestra che da Terricciola passando per Morrona conduce a Santo Pietro. Qua volgendo per poco la fronte a ostro prende a percorrere il borro Migliarino, e quindi entra in quello del Botrone, dove piega verso ponente e di là per la via rotabile che viene da Cevoli, scende nel fiume Cascina. Costà trova dal lato opposto del
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    fiume la Comunità di Lari, che costeggia l’alveo medesimo sino allo sbocco della Cascionella, detta di Santo Pietro. A questo punto il territorio di Capannoli si scosta dal fiume lasciando a ponente la Comunità di Lari e confinando a con quella di Ponsacco, da primo mediante la Cascianella, preaccennata, che presto lascia all’incrociatura della via che conduce a Camugliano, la quale da poi percorre fino a che trova la Cascianella di Solaja contra la di cui corrente si dirige per entrare nel borro del Marchesato, e con esso nel fiume Era. Varcata la sponda destra di questo fiume ne seguita per mezzo miglio il corso sino alla confluenza del Roglio, il cui alveo serve di limite dal lato settentrionale e poi a grecale con la Comunità di Palaja sino allo stradone del Riccardi. Con questo da levante a ponente drizzando il cammino ritorna nell’Era di fianco alla Comunità di Peccioli, che l’accompagna mediante lo stradone stesso e la strada maestra di Peccioli nel greto del fiume che trapassa per risalire dal lato opposto sino alla confluenza del Rosciano, dove ritrova a confine la Comunità di Terricciola.
    Fra i maggiori corsi di acqua che attraversano o costeggiano il territorio comunitativo di Capannoli, si conta come primo il fiume Era, che lo percorre per il tragitto tortuoso di 4 in 5 miglia; in secondo il fiume Cascina che ne lambisce i confini per circa un miglio; succede per terzo il torrente
    Roglio che lo fiancheggia a grecale-settentrione per il corso di 3 in 4 miglia.
    Fra le strade rotabili e ottime oltre la Regia Volterrana, denominata delle
    Saline, alla sinistra dell’Era molte sono quelle comunitative che in varie direzioni passano nel territorio in questione; ragione per cui la
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    contrada di Capannoli è riguardata come la parte più deliziosa delle pisane colline.
    Tali sono le strade che da Capannoli guidano a Santo Pietro, a Morrona e di là a Terricciola; la strada che va a Camugliano e Ponsacco; quelle che si diramano da santo Pietro, una delle quali per la villa di S. Martino, da dove un ramo rimonta e un altro riscende il fiume Cascina; e finalmente una che per Piè di Villa comunica con altre in varie direzioni, ec.
    Non vi sono monti in questa contrada formata tutta di umili colline di
    mattajone (marna cerulea) e di tufo giallognolo, zeppi questo e quello di conchiglie fossili bivalvi e univalvi di origine marina. – Vedere COLLINE PISANE.
    La più elevata sommità di questo territorio mi parve essere il poggetto sopra santo Pietro, denominato
    Belvedere dall’amena veduta che ivi si gode sopra varie collinette, valloncelli e paesi intorno all’Era, al fiume Cascina sino al Monte Pisano.
    Nelle piccole valli intermedie e nelle pianure passeggiate dai torrenti e dai fiumi, il suolo è coperto da terreni depositati dalle acque correnti o pluviali.
    Sono in generale terre molto fertili in granaglia, in vino, in olio, in gelsi e in ogni genere di frutti. Mancano i boschi di alto fusto, non i prati naturali e artificiali, perché costà si molto bestiame vaccino, sia da frutto sia da lavoro, di cui ogni podere è assai ben corredato.
    Trovasi a un quarto di miglio a ponente di Capannoli una bella chiesa sotto il titolo di SS. Annunziata, detta anticamente Santa Maria a
    Urbano o il Romitorio. Fu rimodernata nel 1714 col disegno dell’architetto Francesco Melani di Pisa.
    In essa riposano le ceneri del cel. prof. Pascasio Giannetti di Albiano, che morì in Capannoli nel 20 giugno 1742 in età di anni
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    84.
    Si crede che traesse i natali con il cognome da
    Capannoli Giuseppe di Francesco Capannoli, stato medico insigne e professore di filosofia nell’Università di Pisa dove nel 1598 morì. Alla stessa famiglia appartenne Adriano di Lorenzo, altro professore di giurisprudenza di qualche rinomanza.
    Capannoli per la giurisdizione civile e criminale dipende dal Vicario Regio di Pontedera, ove esiste la cancelleria Comunitativa, l’ingegnere di Circondario, e l’Ufizio di Esazione del Registro. La Conservazione dell’Ipoteche è a Volterra, la Ruota a Pisa.

    POPOLAZIONE della Comunità di CAPANNOLI a tre epoche diverse

    - nome del luogo: CAPANNOLI e Solaja, titolo della chiesa: S. Bartolommeo (Pieve Abbaziale), abitanti del 1551: n° 277 (Capannoli) e n° 125 (Solaja), abitanti del 1745: n° 621, abitanti del 1833: n° 1060
    - nome del luogo: Santo Pietro, titolo della chiesa: S. Pietro (Prepositura),
    abitanti del 1551: n° 375, abitanti del 1745: n° 646, abitanti del 1833: n° 1050
    - totale
    abitanti del 1551: n° 777
    - totale
    abitanti del 1745: n° 1267,
    - totale
    abitanti del 1833: n° 2110

    Frazioni di popolazioni provenienti da parrocchie di altre Comunità

    - nome del luogo: Alica, titolo della chiesa: S. Maria Assunta, comunità cui appartiene: Palaja, abitanti che spettano al territorio di Capannoli: n° 19
    - nome del luogo: Camugliano, titolo della chiesa: S. Frediano, comunità cui appartiene: Ponsacco,
    abitanti che spettano al territorio di Capannoli: n° 20
    - nome del luogo: Forcoli, titolo della chiesa: S. Frediano, comunità cui appartiene: Palaja,
    abitanti che spettano al territorio di Capannoli: n° 127
    - nome del luogo: Treggiaja, titolo della chiesa: S. Bartolommeo, comunità cui appartiene: Palaja,
    abitanti che spettano al territorio di Capannoli: n° 14
    - nome del luogo: Villa Saletta, titolo della
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    chiesa: SS. Pietro e Michele, comunità cui appartiene: Palaja, abitanti che spettano al territorio di Capannoli: n° 90
    - totale
    abitanti che spettano al territorio di Capannoli: n° 270

    - Totale della
    popolazione nell’anno 1833: abitanti n° 2380

    CAPANNOLI in Val d'Era. – Si aggiunga. – Questa Coni, nel 1833 contava con gli annessi 2380 Abitanti e nel 1845 ne aveva 2263 con tuttoché de' suddetti Abitanti dalla cura di Capannoli una frazione di 86 entrasse nella Comunità di Peccioli per conto della distrutta chiesa di S.
    Giusto a Padule.

    Popolazione della Comunità di Capannoli all’anno
    1845.

    Capannoli (
    porzione), Abitanti N.° 1177
    Santo Pietro,
    Abitanti N.° 1157

    Annessi

    Alica; da Palaja, Abitanti N.° 21
    Camugliano;
    da Ponsacco, Abitanti N.° 12
    Forcoli;
    da Palaja, Abitanti N.° 171
    Treggiaja;
    da Palaja, Abitanti N.° 31
    Villa Saletta;
    da Palaja, Abitanti N.° 77
    TOTALE,
    Abitanti N.° 2646
Localizzazione
ID: 871
N. scheda: 10580
Volume: 1; 6S
Pagina: 451 - 454; 47
Riferimenti: 10581, 36940
Toponimo IGM: Capannoli
Comune: CAPANNOLI
Provincia: PI
Quadrante IGM: 112-4
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1635636, 4826902
WGS 1984: 10.68086, 43.58431
UTM (32N): 635699, 4827077
Denominazione: Capannoli (e Solaja) - Badia di Capannoli
Popolo: S. Bartolommeo a Capannoli e Solaja
Piviere: S. Bartolommeo a Capannoli e Solaja
Comunità: Capannoli
Giurisdizione: Pontedera
Diocesi: (Lucca) S. Miniato
Compartimento: Pisa
Stato: Granducato di Toscana
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