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Dizionario Geografico Fisico
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Casale (Casal Vecchio)

 

(Podere Casale Vecchio)

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    CASALE. Molti vici conservano il nome di Casale con il titolo speciale che gli distingue da tanti altri casali e villaggi dei quali non resta altro che il vocabolo generico. I Casali senza nome specifico saranno qui appresso distinti con aggiungervi quello del capoluogo della loro Comunità, quando non lo siano essi stessi, come lo è il seguente.

    CASALE nella Maremma volterrana. Castello capoluogo di Comunità con pieve (S. Andrea) nella potesteria e quasi due miglia toscane a scirocco di Guardistallo, Diocesi di Volterra, Compartimento di Pisa.
    Sono due
    Casali, uno detto Casal Vecchio, dove forse fu il primitivo castello, un terzo di miglio toscano a levante di Casal nuovo; entrambi situati sulla pendice occidentale del poggio al Pruno, circoscritto a ponente e a ostro dal littorale, a settentrione dal fiume Cecina e a levante-grecale dal torrente Sterza, suo tributario.
    Questo piccolo castello con avanzi di mura e due porte, cui sovrasta la torre o rocca, è situato in mezzo a terreni di tufo conchigliare fra Guardistallo e Bibbona, nel grado 28° 16’ 5” di longitudine e 43° 18’ di longitudine, 22 miglia toscane a libeccio di Volterra e 33 a ostro di Pisa.
    Vi ebbero qualche giurisdizione i vescovi di Volterra, confermata da un diploma di Arrigo III, nel 1186; sebbene
    Casale per l’alto dominio dipendesse sino d’allora dalla Repubblica di Pisa.
    Ma i più antichi possessori di Casale appariscono nei Conti della Gherardesca del ramo che si disse da Montescudaio; dalla qual nobile famiglia molti beni di questo distretto furono donati, parte al monastero di Montescudaio da essi fondato nel 1091, parte al distrutto spedale di
    Linaglia posto presso Casale, e parte alla badia di Serena presso Chiusdino. Fu a quest’ultima che un conte Gherardo assegnò fra
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    le altre sostanze 13 mansi posti nella corte di Casale, i quali beni, nell’anno 1158, furono ceduti all’arcivescovo di Pisa insieme con altri domini che per lo stesso mezzo la badia di Serena aveva ottenuto in vari paesi della Maremma pisana, e segnatamente in Bibbona e in Montescudaio di cui Casale seguì costantemente i destini, innanzi che fosse unito al marchesato eretto e concesso in feudo, nel 1684, a Ferdinando Ridolfi, rinnovato nel 1738 a favore del marchese Cosimo Ridolfi. – Vedere BIBBONA e MONTESCUDAIO.

    Comunità di Casale. – Il territorio di Casale che è pur quello della sua parrocchia, abbraccia una superficie di 4221 quadrati, dei quali 89 quadrati sono assegnati ai corsi d’acqua e strade. – Vi si trova una popolazione effettiva di 817 indigeni, a ragione di 155 individui per ogni miglio quadrato.
    Confina con due Comunità: a settentrione con quella di Guardistallo, mediante i termini artificiali verso il crine dei poggi, e parte mediante il torrente
    Linaglia che ne lambisce i confini sul pendio che piega a maestra sino alla casa nuova. Costà abbandona il territorio di Guardistallo, e volgendo a occidente trova la Comunità di Bibbona, con cui fronteggia per termini artificiali sino alla strada rotabile che dal Fitto della Cecina sale a Casale e a Guardistallo. Colà il territorio comunitativo di Casale presenta la fronte a ostro sino al termine detto del Gabbro, dove forma rettangolo per risalire dal lato orientale verso il poggio al Pruno, sino a che entra nel rio delle Giunche, lungo il quale ritrova la Comunità di Guardistallo.
    La qualità del suolo discorso consiste in tufo calcareo siliceo ricco di testacei marini, in calcareo compatto e concrezionato (travertino).
    La parte occidentale di
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    questo territorio è quasi tutta coperta di macchia bassa di sterpeti e sodaglie; la parte orientale e meridionale viene coltivata a sementa, piantata a ulivi e a viti.
    Ad eccezione del torrente
    Linaglia, il quale lambisce per via sul confine di maestro-settentrione una parte del territorio di Casale, gli altri corpi d’acqua riduconsi a sterili rivi, alcuni dei quali danno origine al torrente Tane, e al fosso della Madonna di Bibbona. Tutte le strade sono pedonali, meno quella comunitativa che staccasi dalla Regia maremmana per salire sino a Casale e a Guardistallo.
    Risiede in Casale un medico, un chirurgo e un maestro di scuola elementare. Il tribunale di prima istanza è in Guardistallo; quello criminale in Rosignano, dov’è la sua cancelleria Comunitativa. L’ufizio di esazione del Registro, e quello della Conservazione delle ipoteche sono in Volterra; la Ruota in Pisa.
    La pieve di S. Andrea a Casale fu concessa dal Conte Gherardo con istrumento del 5 maggio 1092 alle monache di S. Maria a Montescudaio, quantunque la loro chiesa, ora pieve abbaziale, fosse suffraganea di Casale, e tale restasse sino al secolo XIV insieme con le soppresse cappelle di
    Miranda, e di Torretta.

    POPOLAZIONE della Comunità di CASALE a tre epoche diverse

    - nell’anno 1551, CASALE, S. Andrea (Pieve), abitanti n° 245
    - nell’anno 1745, CASALE, S. Andrea (Pieve), abitanti n° 315
    - nell’anno 1833, CASALE, S. Andrea (Pieve), abitanti n° 817
Localizzazione
ID: 972
N. scheda: 11741
Volume: 1
Pagina: 495 - 496
Riferimenti: 11740
Toponimo IGM: Podere Casale Vecchio
Comune: CASALE MARITTIMO
Provincia: PI
Quadrante IGM: 119-4
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1633105, 4795056
WGS 1984: 10.64175, 43.29813
UTM (32N): 633168, 4795231
Denominazione: Casale (Casal Vecchio)
Popolo: S. Andrea a Casale
Piviere: S. Andrea a Casale
Comunità: Casale
Giurisdizione: Guardistallo
Diocesi: Volterra
Compartimento: Pisa
Stato: Granducato di Toscana
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